Neuromarketing, come il cervello risponde agli stimoli pubblicitari

19 Maggio 2021

Il Neuromarketing nasce dalla fusione tra due discipline: il marketing e le neuroscienze.

Il neuromarketing è lo studio che applica i metodi delle neuroscienze per studiare e le risposte del cervello umano a stimoli di marketing.

L’obiettivo è analizzare i processi irrazionali che si verificano all’interno della mente del consumatore individuando le emozioni che portano gli utenti a fare determinate scelte d’acquisto.
Il consumatore non è un essere perfettamente razionale. Non agisce solo per ricavare il beneficio individuale maggiore, alcuni suoi comportamenti seguono logiche di carattere puramente emotivo.

Da cosa dipendono le decisioni?

Il 95% delle decisioni del consumatore è influenzato da processi irrazionali.
Gli input pubblicitari (spot, annunci ecc.) vengono trattenuti nella memoria, permettendo di collegare nuovi ricordi ad acquisti precedentemente effettuati.

Questi stimoli vengono memorizzati inconsapevolmente dal cervello, creando associazioni con i brand, legandoli a determinati suoni, colori ed emozioni (leggi l’articolo dedicato a colori ed emozioni).
Per capire realmente cosa succede nella mente del consumatore e indagare il suo subconscio, il neuromarketing sfrutta i sistemi complessi quali la risonanza magnetica funzionale, l’elettroencefalografia e tecnologie specifiche per il monitoraggio dei movimenti oculari.
Sono metodi non invasivi che monitorano l’attività cerebrale ed evidenziano le risposte involontarie agli stimoli a cui questo viene esposto.

Analizzando queste informazioni si potrà così isolare gli errori e capire quali campagne funzionano meglio e di conseguenza realizzare iniziative mirate a cogliere il preciso interesse del consumatore.

Il Neuromarketing nel retail

I vantaggi dell’applicazione del neuromarketing nel mondo del retail sono notevoli.
Infatti tramite l’elettroencefalogramma o l’eye-tracking si può seguire il percorso cerebrale svolto del consumatore mentre si muove nel negozio e guarda gli scaffali.

Se le tecniche di indagine tradizionali potrebbero portare a risposte poco sincere, non si può mentire ai sistemi di tracciamento di neuromarketing.

I risultati ottenuti sono decisamente accurati in quanto misurano sia le reazioni volontarie sia quelle inconsce evidenziando anche possibili elementi di miglioramento per l’esperienza del consumatore.

Il Neuromarketing per le aziende

Il neuromarketing costituisce un punto di svolta per aziende che vogliono massimizzare i propri risultati: entrando nella mente dei consumatori si aprono nuove potenzialità, che permettono di capire i meccanismi di acquisto e ottimizzare le proprie strategie.
È fondamentale per le aziende che approcciano questa nuova metodologia di marketing, modificare la propria strategia in tempi rapidi e seguendo un approccio data-driven.
È sicuramente un fattore da tenere in considerazione l’investimento iniziale in know-how e strumentazione.

Il Neuromarketing applicato… per il posizionamento

Il neuromarketing può essere applicato al packaging dei prodotti, ai colori e alle scritte.

Quali suscitano reazioni migliori? Cosa favorisce l’acquisto? Cosa crea confusione e induce il consumatore ad affidarsi ad altri brand?
Le applicazioni del neuromarketing sono molto promettenti anche nel mondo del digital marketing.
Può riguardare infatti anche le reazioni inconsce provocate da una pagina web, una landing page o un post studiato per le piattaforme social.
È fondamentale anche per lo studio cognitivo degli e-commerce e le reazioni che gli utenti hanno alla presentazione dei prodotti.
Permette inoltre di monitorare come i visitatori reagiscono davanti alla SERP (Search Engine Result Page) di Google.Permette anche di sfruttare i dati ricevuti dal neuromarketing per ricreare la brand identity di un marchio.

In conclusione…

Il consumatore quindi non è un essere perfettamente razionale.
Non agisce soltanto per ricavare il beneficio individuale maggiore ma a volte segue logiche puramente emotive.
Neuromarketing e marketing tradizionale sono strumenti complementari.
Il neuromarketing ci aiuta a indagare sui processi cognitivi dei consumatori, il marketing “tradizionale” permette invece di interpretare il nostro lato più razionale.
Eye tracking, risonanze ed elettroencefalogrammi non sostituiscono ricerche di mercato, survey e focus group, ma li completano.

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